Ricerca di Psicologia: dimmi come muovi il mouse e ti dirò se menti!
Non è solo un gioco di parole, ma il risultato di una recente ricerca di psicologia che ha utilizzato supporti tecnologici nemmeno tanto avanzati, il mouse per l’appunto.
L’articolo di cui parliamo è stato pubblicato sulla rivista scientifica Plos One dal dipartimento di Psicologia Generale dell’università di Padova. Il team di psicologi sostiene che in base hai movimenti del mouse che un utente compie, si possa capire se stia mentendo o meno.
Il progetto di ricerca di psicologia ha ampiamente dimostrato come l’analisi cinematica dei movimenti del mouse riesca ad indicare, con parametri attendibili, i processi mentali che si sviluppano quando un individuo mente sulla propria identità. Il punto è che il nostro cervello è “programmato” per dire la verità e quando è chiamato a sopprimere la risposta vera, in luogo della risposta falsa, si innescano dei meccanismi per i quali si compiono azioni che se attentamente analizzate, possono mettere in evidenza la menzogna.
La Psicologia col tempo ha affermato che un individuo sotto interrogatorio, chiamato a rispondere a delle domande specifiche, risponde con tempi più lunghi quando mente. Dettaglio che ovviamente permette di individuare eventuali falsità. Lo stesso procedimento, con caratteristiche diverse, avviene quando l’individuo risponde al questionario tramite PC. I meccanismi che si innescano quando si risponde in maniera falsa, fanno si che i movimenti del mouse, diventino più lenti e le traiettorie meno fluide. Mentre il soggetto che dice la verità produce una traiettoria diretta che va subito e senza esitazioni, verso il tasto di risposta. Aspetti questi ultimi che si rivelano fondamentali per smascherare chi mente.
Il team, coordinato dal professor Giuseppe Sartori, da tempo svolge ricerche sulle “macchine della verità” ed è proprio studiando e facendo ricerca verso questa direzione che sostengono quanto detto. Secondo il professor Sartori inoltre, questo metodo è in grado di identificare chi mente nel 90% dei casi e soprattutto è un metodo che può essere applicato anche a distanza.
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